Tratto da una storia presumibilmente vera.
Lui ama Lei. E fin qua, ci siamo. Tutto nella norma. L’aveva vista casualmente in biblioteca. All’inizio sembrava una ragazza come tante altre: bel viso, fisico asciutto, un sorriso radioso. Perché, diciamocelo, nella fantasia collettiva dei maschietti le ragazze sorridono, sempre. A parte le goth. Ecco, sarebbe un pochetto strano se una goth sorridesse. Che poi, ragionando per assurdo, se sorridesse riusciremmo a notarlo? Sotto quei chili di cerone e truccone pesante? Cioè, voglio dire: sarebbe come se le si sgretolasse la faccia dietro a tutte quelle rughe d’espressione?! Lì per lì sarei più propenso a pensare ad una metamorfosi demoniaca.
Scacciamo questa immagine e torniamo da Lei.
Che strano: ogni giorno viene in biblioteca, eppure Lui l’ha notata solo ora. Più passa il tempo e meno si accorge del resto della fauna intenta nello studio: Lui la vede sempre china sui libri con quei suoi occhiali spessi che la facevano sembrare la prima del suo corso. Questo Lui non poteva saperlo con certezza, ma sapeva che ogni volta che scorgeva la sua chioma bionda il suo giovane cuore saltava un battito: un tuffo ogni volta che corrispondeva ad una nuova pugnalata nella sua anima.
Chissà se Lei sia mai stata consapevole della violenta passione che provocava nell’animo di questo anonimo corteggiatore. Quanti altri cuori non sono riusciti a resistere ai dardi d’amore che saettano dai suoi occhi?
Mentre ancora è intento a fantasticare, Lei sta per alzarsi. Brusco ritorno alla realtà: sono passate ore. Le sue amiche ridacchianti si sono dileguate e Lei è da sola, ora o mai più. (Che poi, che mai avranno tanto da ridacchiare?!) Il giovane coglie la palla al balzo mentre lei sta per sistemarsi la borsa coi libri sulle spalle. Chiama a raccolta tutto il suo coraggio e va da Lei. Il suo sorriso lo accoglie, abbagliante e disarmante come sempre. Lui fa il simpatico, la fa ridere, la invita fuori per un caffè. Lei sorride ancora una volta, si avvicina e lo bacia sulla guancia. Lui rimane lì, intontito, incapace di realizzare che ciò è successo davvero, mentre lei si allontana.
Dopo un paio di minuti esce anche lui dalla biblioteca. Sullo specchietto del suo motorino scintilla alla luce del lampione una scritta fatta con la scolorina.
Anonima anima vagante, perdona il mio ardire e non volermene. Il fatto è che un due di picche così colossale non l’ho mai ricevuto nemmeno io.
Grandissimo!!! Hai una fantasia indescrivibile!!! 😀 Quando l’hai fotografata si capiva che volevi assolutamente usare per una storia 😉
Ah ah,oltre ad essere bella la storia,mentre la leggo non riesco a fare a meno di usare una voce gruberosa!ah ah ah!
Superata l’orrenda immagine goth, figata! È comunque poveretto il tipo…. Dev’essere veramente orrendo! 😉
Meravigliosa. Dolcissima.
E nonostante il mio non-gothicismo, mi offendo a nome della categoria! 😛
Ti seguo.
Dopo aver visto quella foto ho riconsiderato sensibilmente la mia sorte in rapporto all’eterno femminino.
Anonima anima vagante, dovunque tu sia, se le nostre strade si incroceranno sappi che dividerò un bicchiere di amaro con te per addolcirti la bocca.
Principe, le tue parole hanno mosso il mio cuore. Spero anche quello dell’Anima Vagante, ovunque egli sia. Che Bacco e Decio l’abbiano in gloria
vedi perchè adoro quest’uomo? 🙂
Ahahahah fantasticaaaa