TI FARÒ UNA PROPOSTA CHE NON POTRAI RIFIUTARE

cellulare

Da “Amore perduto – parte uno” avrete capito una cosa di me. Ho un rapporto morboso con i call center. Un po’ come tutti, insomma. Nulla di speciale.

Che poi si potrebbe benissimo iscriversi al registro delle opposizioni e morta li. Ma così perderei un argomento di conversazione, lungi da me. E così ho inventato un personaggio, Andrea di Kodaphon. Occhei, non sarebbe proprio Kodaphon ma non mi andava di scrivere il nome della Vodafone. Chissà poi perché per mascherare il nome della compagnia telefonica che non scriverò di nuovo mi è venuto in mente proprio “Koda fratello orso”. Ah i misteri della mente…

Beh dicevamo: Andrea di Kodaphon è quella persona che ti telefona e ti propone un pacchetto vantaggioso, l’offerta della vita. E il bello che le persone dall’altro lato del telefono lo stanno a sentire. L’ideale per gli scherzoni. L’importante sta tutto nell’inflessione del tono di voce:

«Pronto?»

«Pronto, parlo con il signor (inserisci nome a caso)?»

«Si, sono io. Ma chi parla?»

«Salve signor (inserisci cognome a caso), sono Andrea di Kodaphon. La chiamavo per illustrarle una promozione nuova di zecca molto vantaggiosa per lei che usa molto il cellulare…»

«Guardi, faccia in fretta che sono quasi le otto e ho poco tempo.»

«Non si preoccupi, non le ruberò più di due minuti, si tratta di un pacchetto-famiglia per quattro cellulari.»

«Sentiamo.» (il soggetto si spazientisce, concludere)

«Ma niente è semplicissima, mamma dice che è pronto, forza muoviti che papà è già arrivato.»

Funziona, riciclatelo pure. Tante risate, garantito.

Tornando al fatto in sé, il guaio con questo tipo di telefonate è che non sai mai come e cosa rispondere. Cambi compagnia telefonica? Ed ecco che vieni sommerso da messaggini zeppi di fuffa che tra le righe ti supplicano di tornare sui tuoi passi. E poi una volta mi ha chiamato lei. Era una ragazza bellissima. Avete presente quel tipo di ragazze che hanno una voce talmente soave che riuscite ad immaginare anche il loro viso e deve per forza essere sorridente e bellissimo? Ecco, lei era così. Melodiosa. La immaginavo talmente bella che fosse dipeso da me si sarebbe chiamata Kimberly, come quella con la tutina rosa dei Power Rangers.

«No guarda, non credo di essere interessato ho appena cambiato compagnia da poco e mi trovo molto bene», le dico io, ma la voce mi esce in un modo strano, come se mi stessi scusando. «Ma nooooo dai, che magari ti convinco…», risponde lei, granffiante come una gattina. Insomma, ci sono cascato. Non ho comprato niente, intendiamoci: con una scusa ho svicolato e sono uscito dalla conversazione intatto. Ma sono stato a sentire tutto quello che lei aveva da dire, anche se non me ne fregava una cippa!! Ahi ahi ahi, caro Shiri, ti fai abbindolare con troppa facilità. La volta dopo – mi sono detto – chiunque, chiunque! telefonerà per offrirmi qualche irrinunciabile promozione riceverà un “no” secco e irremovibile. Niente “aspetta prima che ti abbia detto l’offerta”. No, punto e basta.

«No, mi spiace, non mi interessa. Arrivederci.»

«Ma ti pare il modo di rispondere!? Maleducato!» e mette giù. Ripensandoci, aveva ragione lei. Non ricordo nemmeno che cosa mi aveva offerto. Olio? Enciclopedia? Vino? Non la stavo ascoltando. Eppure lei stava solo facendo il suo lavoro, sicuramente sottopagato. Magari era laureata, magari con figli a carico. I suoi problemi, le sue preoccupazioni. La sua storia non credo sia così importante, ma che fossero le sette di sera per me, e soprattutto per lei, quello si. Per quante ore avrà telefonato? Quanti “no”? Quanti cazziatoni dal capo? A mia discolpa posso dire di avere imparato dai miei errori, per la volta dopo e per quella  a venire.

«No guardi, mi spiace molto, ma non sono interessato alla sua offerta. So che deve ancora illustrarmela, ma non voglio farle perdere tempo. Probabilmente lei ha davanti a sé una lista di numeri da chiamare e non vorrei farle perdere tempo o sprecare fiato. So che sta facendo un lavoro ingrato e mi scuso se in questo momento le potrei risultare freddo o sbrigativo. La saluto e le auguro una buona giornata, anzi un buon lavoro, con la speranza che possa trovare qualche cliente più interessato».

«Non ti preoccupare, buona giornata anche a te!», clic. Bastava solo un po’ di gentilezza. E di pazienza da parte di entrambi. Di questi brutti tempi poi…? Ma che ve lo dico a fare…

Perchè, ne sono convinto, il call center al pari allo stagismo è una malattia. Ma di quelle brutte.

menestrellino

Informazioni su Shiri Clod

Romantico cacciatore di chimere perso nella fantasia. Nato con ogni probabilità nell'epoca sbagliata. Un «clown irlandese», proprio come voleva Joyce
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Una risposta a TI FARÒ UNA PROPOSTA CHE NON POTRAI RIFIUTARE

  1. Francesco Corcioni ha detto:

    oh yeah! riflessivo con la punta ironica grubesca… 🙂

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