INTERPRETARE UN RUOLO

To play. Giocare, recitare. Interpretare. C’è sempre un ruolo da giocare, da assumere.
Il palco è la giornata, ogni singolo momento necessita di una maschera da indossare, un compito da svolgere. Il palcoscenico è il mondo. Ce l’ha insegnato Pirandello che siamo tutti personaggi in cerca d’autore

Maschere, maschere necessarie. Non per forza indossarle deve per forza essere un male.

Interpretare un ruolo fa bene. È liberatorio. Ma attenzione. Non si tratta di nascondere la propria identità dietro una finta faccia, bensì di… Giocare. O ballare. Dipende da come vedete la vita. A me per esempio piace giocarla a carte seduto ad un tavolo con gli amici.

Possiedi le regole, falle tue. Comprendere è il primo passo per creare. Ogni prodezza, ogni forma di virtuosismo e di personalizzazione deriva dal pieno possesso delle regole del gioco. Ponete pure le regole, il gioco va condotto con stile. Riversate la vostra anima nella strategia. In retorica gli antichi romani avevano una regola niente male: tineat argumentum, verba sequentur, “conosci l’argometo, le parole ti verranno”. La creatività sta nel riuscire a trovare un nuovo utilizzo di un qualcosa di preesistente, il cui uso sia consolidato. Un nuovo uso, una nuova utilità. Una piccola specialità.

Ma per farlo bisogna sapere cosa possiamo fare e come si possono muovere gli altri attori. Qual è il loro spazio? Come lo utilizzano? Come si muovono? Ma soprattutto, dove vogliono arrivare? Ma soprattutto (numero due) noi dove vogliamo andare? Rimanendo sempre fedeli al proprio personaggio. Cambiarlo quando e se mai diventerà scomodo? Assolutamente no, sarebbe come negare una parte del proprio essere. Mai stare fermi. Evoluzione.

Strade e percorsi. Bivi da scegliere, diramazioni dove è necessario fermarsi un momento a valutare. Scegliere, scegliere sempre. Prima che qualcun altro, come la Morte, scelga al posto nostro.

Ogni evoluzione, ogni acrobazia, ogni passo e ogni monologo, ogni maschera è un segno, un’azione puntuale con effetti che permangono nel tempo. E una volta che ci saremo voltati a guardare indietro, lo vedremo. Un percorso magari incoerente, fatto di sbandature e sbavature, di dossi e depressioni, di rette e curve. Così poco elegante, come asfalto usurato, eppure così vero e familiare. Anche la più piccola sfumatura ha portato al risultato odierno, la nostra strada. Creata da noi a nostro esclusivo usufrutto.

Fino alla prossima, più divertente, smazzata di carte.

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menestrellino

Informazioni su Shiri Clod

Romantico cacciatore di chimere perso nella fantasia. Nato con ogni probabilità nell'epoca sbagliata. Un «clown irlandese», proprio come voleva Joyce
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4 risposte a INTERPRETARE UN RUOLO

  1. Matteo ha detto:

    È vero che indossiamo sempre maschere, ma c’è il rischio di diventarne schiavo!
    Poi è altrettanto bello sedersi ad un tavolo con amici che conosci da più di 20 anni e poterti togliere quella cazzo di maschera che rompe solo le amicizie!

  2. Francesco Corcioni ha detto:

    Un’altra persona che riconosce maschere e co… yes amico mio!

  3. Principe ha detto:

    Maschera.
    Chi è quello sconosciuto che intrattiene i miei amici, che discute con il mio capo e che parla con i miei a cena?
    Riesce a dire tutto quello che penso e a fare tutto quello voglio.
    Tutti lo conosco e qualcuno di loro è convinto di aver visto il me oltre la maschera.
    Assai improbabile.
    Io non ho una maschera.
    Non una.

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