Noi che siamo sopravvissuti ai Maya. Un anno dopo l’Apocalisse. Incredibile solo a scriverlo, figuriamoci a leggerlo. Apocalisse, un anno dopo. Che poi un pochetto deluso lo si è per forza: niente scenari post guerra termonuclare, niente bande di predoni punk. Cioè, uno a queste cose magari si era anche preparato un attimo. Va beh, pazienza.
Niente flare solari, niente inondazioni. Il mondo procede allo stesso tempo lento e veloce. Incredibile anche il fatto che non si sia verificato un vertiginoso aumento delle nascite: ma non dovevano partecipare tutti all’irrinunciabile orgia di fine del mondo?
Il papa Ratzi che si dimette, secondo caso nella storia della Chiesa dopo Celestino V. Una decisione epocale che ha sconvolto parecchi. Ve la ricordate quell’immagine del fulminazzo che colpisce il Vaticano? Erano millenni che all’Altissimo non giravano così tanto. Così adesso di papi ne abbiamo due. E se si dimettesse pure questo? No, faccio per dire. Magari non succede ma il problema è giusto porselo. Credo. No perché voi quanti papi sareste disposti a sopportare? Giusto per chiedere, eh.
Poi c’è stato anche quel meteorite che è precipitato sul territorio russo, provocando più di un migliaio di feriti. Accidenti.
In Italia intanto abbiamo delle stranissime elezioni con quel voto di pancia che getta il Paese nell’ingovernabilità della logica delle fragili alleanze transitorie. Per tacerne dell’incendio alla Citta della Scienza partenopea. E la sparatoria davanti a Palazzo Chigi ai danni di due poliziotti che stavano facendo il loro lavoro.
In America intanto scoppiano due bombe alla maratona di Boston. Nonostante l’orrore per quel folle gesto, mi rimarrà impresso anche un barlume di speranza. Perché è dell’uomo la mano che innesca la bomba, ma è umana anche la volontà di quello sconosciuto che si getta per proteggere due bambini dall’esplosione.
Carellata veloce fino all’inizio dell’estate, con i violenti moti di protesta in Turchia. Quasi un mese dopo, il colpo di stato in Egitto.
Ancora nel nostro paese un tragico incidente scuote gli animi della nazione: quel pullman che da San Giovanni Rotondo stava viaggiando verso Napoli. Precipitato dal viadotto.
Poi i barconi a Lampedusa. E questi sono solo gli avvenimenti salienti.
L’Apocalisse è avvenuta davvero e ad un anno di distanza non ce ne siamo ancora accorti.
Tecnicamente, questo post potrebbe anche finire così, la frase ad effetto l’ho già inserita. Ebbene, ho ancora qualcos’altro da dire. Perché nonostante possa sembrare che stia andando tutto a puttane, in realtà in mezzo a tanta merda c’è anche un sacco di bene in giro per il mondo. Se ci si ferma ad osservare la storia dell’uomo, dietro ogni conflitto c’è sempre qualcuno, un individuo oppure un’organizzazione che cerca di mettere d’accordo tutti e di far deporre le armi. La storia è piena di tentativi di pace. E anche di clamorosi successi.
E non serve guardare per forza il panorama internazionale. A volte basta solo mettere da parte qualche risentimento, che può in effetti apparirci sciocco e vanesio per sentirsi un attimo più tranquilli e leggeri. Perché finché sono qui e sto sostanzialmente bene, da qualche parte c’è qualcuno che ha la sola colpa di essere nato nel posto e nel momento sbagliato. Forse i nostri grandi problemi di tutti i giorni sono gran poca cosa. Forse. Magari basta solo condividere. Non è forse questo, in fondo, il senso dei regali a Natale?
Terminato lo spiegone da moralizzatore fallito, concludo. Questa volta davvero.
Buon Natale a tutti.
🙂 no commenti stavolta se non auguri anche a te bro e grazie