Tratto da una storia vera.
Si narra che all’Alba dei Tempi Zeus si fosse riunito con tutti gli dei di tutti i pantheon che dominavano sopra le tempeste per inventare il fulmine.
Era un giorno di pioggia, giusto per precisare. Millenni prima che i Modena City Ramblers scrivessero quella struggente canzone. Curiosamente, anche le divinità sedevano in quell’occasione sopra le nubi irladesi, vai a capire perché.
Comunque sia, a tutti erano chiare le caratteristiche che il fenomeno doveva assumere: Forza! Istantaneità! Boato! Potere! Inappellabilità!
Una manifestazione del Divino forte abbastanza per correre selvaggia lungo tutto il cielo. Ma qualcosa ancora mancava.
«Non capisco,» fece Zeus in procinto di gettare la spugna, «abbiamo tutto ciò che ci serve, ma il fulmine ancora non riusciamo ad ottenerlo. L’Idea che abbiamo in noi, perfetta ed immutabile, sembra essere a portata di mano. Ma ancora ci sfugge. Abbiamo tutte le specificità per creare la folgore ma ci manca un catalizzatore, qualcosa per mescere gli ingredienti e sublimarli in un lampo di luce accecante!»
Lo sconcerto delle divinità era palese poiché le loro arti non riuscivano a dare vita a qualcosa che doveva essere loro per diritto. Che amara ironia. Il divino conclave stava per sciogliersi quando Bastet, la Dea gatta egizia che allora era soltanto una giovane ed anonima gattina, zittì tutti sollevando una zampa tigrata: «Nobili Numi, la vostra arte è ad un buon livello, tuttavia dovete renderla un po’ più…. Graffiante!»
Detto questo sfoderò i micidiali artigli e calò con impeto la zampa tesa. La stanza (ma non eravamo su di una nuvola?) per un attimo fu scossa da un ruggito primordiale, una luce abbagliante percorse il cielo con primigenia potenza. E poi, silenzio. E gli avvoltoi sulle case sopra la città, senza pietà.
Le divinità erano attonite, comprensibilmente – e ironicamente – scosse.
La giovane Bastet degnò loro di uno sguardo appena prima di sgusciare via con malcelata superiorità. Il Fulmine era stato creato.
La favola insegna oltre ogni ragionevole dubbio quanto i gatti siano geneticamente stronzi.
“E poi, silenzio. E gli avvoltoi sulle case sopra la città, senza pietà.” Ken, sei tu, fantastico guerriero, sceso come un fulmine dal cielo!!!!!! XD
Eh si, grande Ken. ^_^