Si dice che al Pomeriggio dei Tempi, quando ormai il Creato era bello che fatto e finito, gli uomini avessero ormai preso coscienza di sé e delle proprie capacità. Decisero perciò di ignorare gli Dei rifiutando preghiere e sacrifici rituali.
Inutile dire che questa presa di posizione indispettì non poco i nobili Nubi, che decisero di punire l’umanità per la tracotanza dimostrata.
Zeus creò una donna, Pandora, nella quale infuse bellezza, astuzia e curiosità. Alla futura sposa di Epimeteo donò anche un vaso con l’avvertenza di non aprirlo mai. Fatto ciò, la inviò nel reame degli uomini.
Il padre degli Dei credeva di essersi assicurato in questo modo la rivincita nei confronti dell’umanità, “ma non aveva fatto i conti senza l’oste”, per citare un popolare modo di dire che gli uomini avevano appena inventato. Forti di un fermento culturale piuttosto produttivo, i mortali avevano inventato anche la mitologia: sapendo benissimo dove l’invidioso Zeus voleva andare a parare, appena videro arrivare Pandora le presero il vaso e la misero a lavorare in un’altra recente invenzione, la cucina.
La giovane ci provò pure a protestare, dopotutto era viva da appena cinque minuti e già le toccava faticare. Ed era pure quel periodo del mese. Che culo, eh.
Gli uomini, non stupidi, avevano inventato anche la parità tra i sessi ma, non avendo ancora reso pubblica tale scoperta, se la cavarono a buon mercato. Mentre Pandora era un cucina, presi da una scossa creativa irresistibile quanto irrinunciabile, istituirono Natale, Capodanno, il Matrimonio, il Battesimo e tutte le altre festività mangerecce. Furbi loro, tanto cucinava Pandora.
Zeus, dal canto suo, era parecchio irritato. Incazzato nero proprio. Ma no, era soltanto un broncio.
In realtà era parecchio orgoglioso di sapere che l’allievo aveva superato il maestro così presto. L’uomo che guarda Dio. Affascinante e sublime. Roba da farci un affresco di quelli belli, pensava. A onor del vero per lui sarebbe anche potuta finire lì riconoscendo la sagacità e la spregiudicatezza proprie degli esseri umani. Se non fosse che non poteva accettare gli sfottò delle altre divinità. Perché l’Olimpo è piccolo e le chiacchiere girano piuttosto in fretta: se il Padre della Luce non era in grado di sottomettere i suoi figli mortali allora come avrebbe potuto mantenere salde le briglie su divinità irose e capricciose? «Furbone lui che ha reso gli uomini così intelligenti tanto da non credere nella sua esistenza», sussurravano intanto le lingue più avvelenate.
Pensa che ti ripensa, finalmente ebbe l’illuminazione: dopotutto che cosa te ne fai dei poteri divini se mai li usi? Zeus si ritirò sulla nuvola dalla quale scagliava le folgori, si concentrò sul vaso della casalinga di Pandora e lo teletrasportò richiamandolo a sé. Poi scese sulla terra e lo consegnò ad una rana. Una a caso. «Prendilo», le disse scomparendo in una nuvola di fumo.
La rana rimase dunque con il vaso: niente istruzioni, niente ammonimenti, niente di niente. L’animale, dopo aver manifestato le sue riserve con un gracidare parecchio dubbioso, caricò il prezioso vaso sul dorso e fece quello che meglio sapeva fare: si mise a saltellare.
Tempo quattro saltelli e il pesante manufatto gli scivolò dalle dita andando in mille pezzi. Subito una nube nera sghignazzante si levò alta nel cielo annunciando l’avvento dei mali dell’umanità: la Vecchiaia, la Gelosia, la Malattia, la Pazzia, il Vizio e pure il sorriso di Liam dei One Direction.
Zeus ristabilì in tal maniera la sua leadership tra le divinità e la rana venne assunta al rango di inconsapevole emissario del male.
La favola spiega come agli uomini venne l’idea di inventare le agenzie di assicurazione.
“la Vecchiaia, la Gelosia, la Malattia, la Pazzia, il Vizio e pure il sorriso di Liam dei One Direction” non sapevo manco chi fosse, ma grazie per questa perla! HAHHAHAHHAHAHA