Non si parla d’altro, è lui l’uomo del momento. Mattia S., il manifestante confuso, 20enne dalle imbarazzanti proprietà dialettiche. Un ragazzo davanti ad un microfono, tra saccenza e confusione, incapace di comprendere il disagio nel quale ha gettato chiunque abbia un qualche legame con lui. Il giorno dopo le scuse, utili come il due di coppe quando la briscola è bastoni. Pèso el tacòn del buso, dicono dalle mie parti.
Inutile dilungarsi inutilmente, la storia la conosciamo tutti. E tutti, chi più chi meno, hanno pensato: “Che coglione”.
Partendo dal presupposto che un black bloc non si sarebbe mai fatto intervistare, chiaramente Mattia non rappresentava nessuno, se non sé stesso, ma anche su questo ho i miei dubbi.
Da ogni sua parola emerge una visione distorta dell’evento nel quale gli si è capitato di imbattersi: esaltazione, spirito di emulazione, lo sciogliersi nella folla sospendendo la propria personalità in favore dell’emergere di sentimenti forti. Un debole, vittima della propria stupidità.
Ebbene, è di un simile ragazzo che i mass media si sono cibati. L’argomento della settimana: interviste, sfottò a mezzo internet con tanto di parodie YouTube: si sa, i fenomeni virali vanno cavalcati poiché, si sa, valgono una miniera di click e magari possono assicurare una qualche comparsata in televisione. Un ragazzo catapultato sulla gogna perché rilascia dichiarazioni in merito ad una battaglia di cui nemmeno fa parte. Ignoranza e nonsense in risposta alle domande di un inviato che per un giorno ha trovato una gallina dalle uova d’oro. Tutti ridono.
E ci si indigna. Mentre le tangenti e gli arresti a tema Expo, quelli ormai non scandalizzano più. Per riflettere sui problemi seri, per quello c’è sempre tempo.
E poi, diciamocelo, i meme su Er Pelliccia erano più simpatici.
O no?
Giusto. Perché basta trovare il coglioncello che fa notizia e tutto il resto va nel dimenticatoio. Non basta ripulire una vetrina per ripulire una coscienza
ormai siamo abituati alla merda
…e la scambiamo per cioccolata….