Io non sono Charlie. Nel senso che non lo conoscevo prima dell’attentato. Ecco, l’ho detto. Conosco la satira, quella italiana principalmente. Ma di Charlie non sapevo nulla. Una grave mancanza, lo so.
Il fatto è che mi spiace: ho letto, come tutti voi, di quello che è successo. E, credetemi, ho tremato. Non per una questione religiosa, ma per l’atto di inaudita inappellabilità.
La sede di un giornale satirico, il video della sparatoria. Chi si commuove, chi si stringe attorno ad una nazione con un hashtag, chi non perde l’occasione per starsene zitto. Il fatto è che raffiche di mitra ci sono ogni giorno. Quello che davvero sconvolge è il fatto che sia accaduto alle porte di casa, e non dove la distruzione della vita umana è all’ordine del giorno. Ognuno rifletta, si parli della libertà e di quanto essa sia necessaria e (in)sufficiente.
Non sono Charlie, ma mi spiace per quello che è successo. Non scriverò di ciò che non so, ma un piccolo pensiero, quello si. Forse dovremmo prendere i nostri smartphone e impostare Imagine di John Lennon come sveglia alla mattina. Forse si.
E se proprio avete bisogno di una tesi su Dio…
Dimenticavo, buon 2015 a tutti.