In coda, ultimi di una fila che francamente mica ti aspettavi. L’inquietante contatore del display che ti segnala che ci sono ancora sette biglietti a disposizione. Se fossimo stati all’interno di un film sarebbe stato il momento della musichina da suspance. La fila procede. Cinque posti a disposizione. Forse ce la facciamo…
Tre posti. Dannazione, manca così poco…
Due posti. Ma dico io, chi cavolo va a vedersi la maratona di Evangelion da solo?!? Un depresso peggio di Shinji?!?!
Arriviamo in cassa. «Tre biglietti», chiediamo con faccine pucciosissime. Niente da fare, solo due posti a disposizione. Si prova a contrattare, ma la situazione non cambia. Morale della favola? Beh, diciamo che niente ci avrebbe potuto fermare e così è stato. Rigorosamente seduti sugli scalini, perché in prima fila cosa cavolo speri di vedere? Evangelion Night, con quasi 25.000 spettatori, ieri si è aggiudicato il primo posto al box office italiano, sbaragliando anche i blockbuster americani. Un risultato che probabilmente nessuno si aspettava. Ecco bravi, magari per il prossimo film facciamo che ci si organizza meglio, tipo ci mettete a disposizione una sala più capiente così magari siamo contenti un po’ tutti…
Visionari l’anime e i due film conclusivi degli anni Novanta, i primi due capitoli della tetralogia cinematografica della fortunata serie di Hideaki Anno si confermano per quello che sono, ovvero un autentico capolavoro di animazione e filosofia.
Simboli e richiami alla tradizione della Cabala ebraica, momenti di profonda introspezione filosofica, battaglie e tsunami di sangue. Con qualche intermezzo comico che ci permette di allentare, un poco, la tensione.
Un viaggio nella distopia dal quale non si può uscire se non a fatica e pieni di meraviglia. Mentre il primo film, You are (not) alone, ricalca a grandi linee i primi episodi della serie animata, nella seconda pellicola, dal titolo You can (not) advance, le cose si complicano: la storia deraglia verso nuovi binari aprendo la strada a nuovi sviluppi futuri. Eccerto, perché due finali in effetti non bastavano. Da segnalare il tempestivo intervento di Kaworu, sceso dalla luna a bordo dell’Eva 06 per fermare il Third Impact. «Forza, l’ora promessa è ormai giunta, Shinji Ikari. Almeno questa volta, riuscirò a renderti felice». Un po’ come dire: «Nella serie degli anni Novanta non ce l’ho fatta, adesso ci riproviamo».
Grande Hideaki, ben fatto. Certo, qualche tecnicismo è rimasto irrisolto, soprattutto per coloro che non sono entrati a contatto con la serie animata: per esempio, i due film non spiegano in che cosa consistano AT-Field e il liquido LCL, fondamentali elementi per lo sviluppo della narrazione, ma non è da escludere che questi, più altri nodi (primi fa tutti, il Progetto per il perfezionamento dell’uomo e la guerra non dichiarata tra Nerv e Seele) verranno sciolti più avanti.
L’appuntamento con il terzo tassello del puzzle, You can (not) redo, è per il prossimo 25 settembre.
“Quattordici anni dopo Asuka e Mari – si legge nella sinossi ufficiale – sono in missione per recuperare l’Eva 01, con Shinji a bordo, che la Nerv ha sigillato in un sarcofago e abbandonato nell’orbita terrestre. Ce la faranno a portare a termine la loro missione e a superare gli imprevisti? E soprattutto: dove è finita Ayanami?“. Ma soprattutto, perché i piloti degli Evangelion nelle immagini rilasciate non sembrano invecchiati?!?!
Tutti pronti? Si entra nel vivo, nel Quickening.
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