COMPENDIO AI 10 MONOLOGHI CHE MERITANO

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Dieci (più tre) monologhi non bastavano. Il cuore, sebbene sia gonfio e traboccante di emozioni, ne vuole ancora. Anche voi ne avete chiesti altri. Sfida raccolta! Sicuramente ne avrò tralasciati molti e forse anche troppi, ma che ci posso fare? Troppe cose da fare, troppe cose da leggere e da guardare: con le dovute eccezioni, bisogna ammettere che viviamo in un mondo meraviglioso.

PEGASUS (SEIYA) CITA DANTE

Una pietra miliare dell’infanzia. Momento nerd ma soprattutto elegiaco. Una piccola riflessione per chi si è perso questi momenti culturali di enorme importanza. E non mi metto a citare Evangelion che sono un signore.

«[…] Caron, non ti crucciare:

Vuolsi così colà dove si puote

ciò che si vuole, e più non dimandare»

(Dante, Inferno. Capitolo III 95-96)

BATMAN BEGINS

Una vita spesa portando avanti un ideale è una vita ben spesa. Personalmente ritengo questo discorso motivazionale sulla volontà di agire e sulla forza d’animo particolarmente motivazionale.

per spierarlo con un’immagine….

 motivazione 

BRAVEHEART

Immancabile (e forse un po’ troppo abusato) monologo di William Wallace sulla libertà. Quella cosa per cui vale la pena vivere e morire. In molti l’avete chiesto ed eccovelo qui.

PERCHÈ SI RECITA

Il grande Vittorio Gassman e la sua definizione di recitazione. Un pensiero che condivido appieno nella mia doppia veste di artista dilettante e di spettatore. Spettatore soprattutto. Come mi disse un amico, «un attore che interpreta un calciatore è un calciatore fallito, un attore che interpreta un architetto è un architetto fallito». L’attore è dunque un professionista mancato?

BLUES BROTHERS 2000

Divertente e canzonatorio discorso di Dan “Elwood” Aykroyd per motivare la Blues Brothers Band mentre gli animi dei suoi iniziano a vacillare. Green Onins in sottofondo conferisce al tutto un inequivocabile sentimento di epicità. Perché la musica, quella vera, vince sempre. E se anche voi vi state chiedendo chi sia Robert K. Weiss… beh, è stato il produttore del primo film Blues Brothers. Che mattacchioni.

MEMENTO

Nella visionaria pellicola di Christopher Nolan si esplora l’importanza di vivere portando con sé i ricordi. Unica testimonianza che ci siamo, che siamo vivi e che dentro la nostra essenza si racchiude una storia. Una vita senza ricordi, per quanto dolorosi, è ancora dignitosa?

WATCHMEN

Tra tutte le perle elargite nel fumetto di Alan Moore, la barzelletta del clown Pagliacci è forse la più incisiva. Rorschach ci mostra in toni pessimistici ed estremi la condizione umana e l’impossibilità di riscatto da una condizione distopica. Mentre il rumore bianco del mondo si fa assordante attorno a noi c’è il silenzio più totale. E il clown che ride diventerà un Pierrot triste. Il dilemma del saltimbanco che dopo aver compiuto un’acrobazia non può fare altro che atterrare.

TRIGUN

Torniamo per un attimo nel mondo degli anime con questo stupendo monologo in punto di morte pronunciato da Nicholas D. Wolfwood. Un disperato grido verso l’alto, un antieroe spregiudicato ed umano consegnato all’immortalità: «Non voglio morire! Ci sono ancora moltissime cose che vorrei fare! Io voglio restare ancora un po’ con loro. Perché non posso!? Tu pensi che io non me lo meriti, non è così Signore? Io sono troppo sfrontato a chiederti di perdonare uno come me… e tu non sei abbastanza misericordioso.» Non sentite anche voi crescere dentro l’amarezza?

ROCKY BALBOA

Struggente insegnamento di vita di Rocky Balboa al figlio. Stallone interrompe la narrazione per rivolgersi, forse idealmente, alla nostra generazione. Inneggiando alla ricerca di stimoli, alla ricerca del proprio posto nel mondo senza far dipendere dalla stima che gli altri ripongono in noi la nostra felicità. Perché nessuno sferra colpi potenti quanto il mondo.

HITCH

La comunicazione non avviene soltanto a livello verbale. Questo ormai si sa, ma vale la pena ricordarlo, di tanto in tanto. Non esistono ingredienti segreti. A volte basta solo sorridere e fare la prima mossa. Buttarsi sperando che vada bene. Male che vada, per lo meno non ci saranno rimpianti.

BONUS TRACK

Va sempre a finire così. Dieci e non più dieci, mi dicevo. E invece no. Non potevo non citare Doctor Who e in particolare il monologo con cui il primo Dottore, William Hartnell, si congeda dalla nipotina Susan. Perché ogni cosa ha un inizio e una fine, niente dura per sempre. E il tempo concesso vivendo avventure al fianco del dottore non fa differenza. «Un giorno tornerò. Sì, tornerò. Fino ad allora, non ci devono essere rimpianti, niente lacrime, niente ansie. Soltanto vai avanti in tutte le tue convinzioni e dimostrami che non mi sono sbagliato nelle mie. Arrivederci, Susan. Addio, mia cara.» Come rendere un personaggio immortale.

menestrellino

Informazioni su Shiri Clod

Romantico cacciatore di chimere perso nella fantasia. Nato con ogni probabilità nell'epoca sbagliata. Un «clown irlandese», proprio come voleva Joyce
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5 risposte a COMPENDIO AI 10 MONOLOGHI CHE MERITANO

  1. Francesco Corcioni ha detto:

    anche qui, tanta roba bro! però ne mancano altri (come hai detto tu nell’incipit)…
    In primis, il monologo del prof. Keating in “L’attimo fuggente”: un Robin Williams così è indescrivibile… http://www.youtube.com/watch?v=L7maQfH0lMs

  2. LuminariaSprecata ha detto:

    Meraviglioso post!

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