Un piccolo assaggio del libro che sto scrivendo. Spero che sia di vostro gradimento.
Non so voi, ma io ho sempre adorato giocare a scacchi. I principi del gioco sono davvero intriganti: si parte con uno schieramento assolutamente identico. Stessi pezzi, stesse regole a cui i due giocatori devono sottostare. A fare la differenza saranno la strategia e la preparazione, l’esperienza e la fantasia. Senza dimenticare un pizzico di fortuna che non guasta mai.
Non sono mai stato un grandissimo giocatore, ma questo non può esimermi dall’amare questo splendido gioco. Mi affascina la preparazione della scacchiera, quel suono secco e un poco ovattato della pedina che entra nella casa che le appartiene: un momento rituale e ancestrale. Eccoli qui, due eserciti equivalenti pronti a darsi battaglia. Solo allora che i pezzi sono stati ordinati, dopo un sorridente e sportivo “in bocca al lupo”, solo allora si può iniziare.
Molti uomini di pensiero concordano nel ritenere gli scacchi come una particolare metafora della vita. Sessantaquattro caselle grandi come il mondo. Non potrei essere più d’accordo con questa affermazione. Quei piccoli pezzi di legno ti insegnano a prendere decisioni dopo aver valutato con attenzione le conseguenze e, nello stesso tempo, che per ottenere dei risultati è necessario rischiare, mettersi in gioco. Il segreto pare proprio che sia insito in quei quadretti bianchi e neri: il giocatore sa comprendere la partita, carpire ogni piccola sfumatura di ombre e proiezioni di mosse che da qui a qualche turno verranno messe in pratica. Ogni mossa deve essere studiata a tavolino, come nella vita è necessario fare scelte giuste portando avanti il proprio schema, infondendovi passione, dedizione e una parte di anima. La difesa assoluta dello schieramento iniziale deve gradualmente rompersi, per procedere è necessario mostrare il fianco per proiettarsi in avanti: c’è molta poesia dietro ogni mossa. L’armonia deve accompagnare ogni singolo movimento in vista di uno scopo più grande, la cattura del re avversario e l’inappellabile vittoria finale, sfruttando ogni risorsa messa a disposizione da quelle piccole statuine di legno.
In aggiunta a tutto questo c’è sempre quello strano brivido, quel formicolio insistente che ti agguanta sempre quando arriva il tuo turno: la fronte si aggrotta mentre lo sguardo sorvola il campo di battaglia. “Antonius Block ha rivelato la sua strategia troppo in fretta. Forse se mi metto d’impegno saprò fare di meglio”, scommetto che ogni giocatore prima o poi si è ritrovato a pensare a quella celebre partita. Confesso che mi è capitato spesso di rifletterci un po’ su. Di fronte a te c’è sempre lui, il tuo avversario. È incredibile, sembra imbattibile: sa sempre quello che fa e sembra avere una contromossa pronta a contrastare ogni mia incursione. Eppure abbiamo le medesime possibilità di vincere. Sembra non dubitare mai delle sue mosse, ma forse questo è soltanto un banale errore di valutazione; forse anche lui è preso dai miei stessi dubbi, magari anche lui considera la mia strategia più rocciosa della sua. Ma sarà poi vero? Quali sono i miei punti di forza? Posso davvero trionfare ricorrendo alla strategia che sono riuscito a mettere in campo? Ma soprattutto qual è la vera identità del mio avversario? Chi sto realmente sfidando?
Le case centrali, i movimenti guizzanti del Cavallo, gli attacchi diagonali degli Alfieri, lo sbarramento compatto formato da una catena di piccoli Pedoni, l’imponenza della Torre e lo strapotere della Regina: limiti che chiedono solo di essere superati grazie a regole semplici e codificate, la necessità di dare una linfa nuova e una lettura innovativa a meccanismi preimpostati. Non si tratta di aggirare le regole ma di servirsi di esse; conquista lo spazio ed imponi il tuo ritmo: assoggetta le difficoltà
Per quanto possa considerare me stesso un dilettante, un piccolo vanto me lo posso anche concedere perché ritengo di aver compreso bene un principio chiave del gioco stesso: nessuno, nemmeno il più grande fra i campioni, può anche solo pensare di riuscire a catturare il re senza perdere pezzi strada facendo.
Continua…
QUANDO MI FAI LEGGERE TUTTO?????
CAVOLO MI PIACE!!!!!