Capitò un giorno che Dante e Virgilio si trovassero a dover attraversare il fiume Stige. Non sono ben chiare le circostanze che portarono il Sommo Poeta a perdere la diritta via ma non mi va di giudicarlo troppo: qualche goccetto ogni tanto fa bene concederselo.
Soprattutto quando ti odiano tutti anche se sei il poeta più figo di tutti e nonostante tutto ti si prende in giro mentre, esule, attraversi lo Stivale sentendoti chiamare Ghibellin Fuggiasco quando saresti Guelfo, ma vabbè.
Politica trecentesca a parte, eravamo sul fiume Stige.
Per attraversare il fiume infermale Caronte, il nocchiero dei defunti, ha sempre fatto delle storie pazzesche. Sempre attaccato al vil denaro, quello li. Anche se nel corso dei secoli ha fatto un sacco di eccezioni per eroi famosi, ma sorvoliamo.
Il fatto è che:
- Dante è vivo;
- Non ha il becco di un quattrino;
- A Caronte li girano un pochetto quando gli tocca fare gli straordinari non pagati.
Per farla breve, di qui non si passa se non si vuole prendere delle risentitissime remate sui denti.
Dante vorrebbe lasciar perdere, ma Virgilio non è dello stesso avviso e guai a contraddire un anziano che per di più è anche poeta. Insomma, la combo della cazzimma definitiva.
Ed eccolo lì, tronfio ben piantato sulle gambe, mentre e venti infernali fanno ondeggiare il mantello. L’alloro poetico si staglia con fiero cipiglio mentre tutto intorno è gemito e morte.
Poche parole. Sagge, lapidarie sentenze.
«Caron, non ti crucciare:
Vuolsi così colà dove si puote
ciò che si vuole, e più non dimandare»
Caronte, stupefatto da un così magistrale utilizzo del latinorum, caricò i due pellegrini sulla chiatta e li traghettò fino all’altra sponda del fiume infernale, senza importunarli ulteriormente.
La favola insegna che esistono modi molto gentili e forbiti anche per dire «Fatti i cazzi tuoi».
Meraviglia.
E basta.
Lo userò quando mia madre mi domanderà: “che fai per delle ore in bagno”? XD
HAHAHHAHAHHAHAHHA!!!!!!!! GENIALEEEEEE
❤ ❤ ❤