Dedicato a quest’uomo, spirito goliardico e animo votato al male, che corona dopo un periodo di tempo considerevolmente lungo il sogno di agguantare una laurea.
Questo imminente evento mi ha dato la possibilità di riflettere sulle diverse modalità di festeggiamento di una laurea. Pare incredibile, ma la mia recente esperienza ha messo in luce quanto diverso sia l’approccio alla festa di laurea nelle varie città della Penisola. Ne consegue che, in quanto ad essere un solo popolo italiano, la strada è ancora lunga, lastricata di troppe e profonde sfumature.
La festa di laurea, dicevamo.
Di recente ho potuto osservare l’apollinea sobrietà del popolo milanese nell’atto di celebrare i figli che più di ogni altro si sono distinti nello studio fino a conseguire il tanto agognato traguardo, mettendo poi questo campione a confronto con la mia esperienza diretta nella dionisiaca Verona. Veronesi tuti mati, recita un detto popolare.
Ne è uscito un pezzo che fa molto Oltreuomo, la cui redazione colgo l’occasione di salutare con affetto.
Senza ulteriori indugi, ecco a voi le differenze del festeggiamento di laurea a Milano e di quella a Verona… e per estensione in Veneto.
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A Milano il presidente di commissione parla della dignità del traguardo raggiunto dai neolaureati. A Verona supplica affinché i festeggiamenti mantengano un decoro umano.
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A Milano i parenti del neolaureato guardano i suoi amici con rispetto, poiché sanno che rappresentano le speranze della nuova generazione. A Verona li guardano e sorridono, perché sanno che sono fortunati a sapere solo la metà del caos che sono in grado di provocare.
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A Milano i più gagliardi accompagnano la proclamazione con il suono di una spiritosissima trombetta. A Verona parte un coro da stadio che neanche Ivan Bogdanov.
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A Milano non sanno cos’è il papiro. A Verona mettono in piazza ogni tua segretissima perversione tramite questo diabolico strumento.
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A Milano guai a sgualcire il vestito del neolaureato. A Verona egli è consapevole che passerà il resto della vita nel disperato tentativo di ricostruire la dignità che quel giorno gli verrà irrimediabilmente sottratta.
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A Milano si festeggia con uno spritz in un baretto radical chic. A Verona scorre alcol che in confronto il toga party di Animal House era il thè delle cinque.
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A Milano niente scherzi davanti ai parenti. A Verona i nonni della vittima si lamentano «perché ai miei tempi mica ci andavamo giù leggeri come voialtri. E si vedevano più cazzi».
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A Milano il giorno dopo il neolaureato si presenta puntuale e profumato per il suo primo giorno di lavoro. A Verona il neolaureato ha bisogno di tre giorni per riprendersi.
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A Milano il neolaureato viene portato in trionfo sulle spalle degli amici. A Verona è il neolaureato a portare sulle spalle gli amici.
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A Milano cantano il singolo evergreen (autore sconosciuto) del “Dottore dal buso del cùl”. Anche a Verona, ma prima ti lapidano.
Hem, non vorrei sembrare un’esterofila, in quanto veronese di nascita, ma ho visto cose a Bologna, che voi veronesi non potete nemmeno immaginare, figuriamoci i Milanesi!
Aspettavo questo commento 😉
anche a padova non ci vanno leggeri….. parole di mio fratello che si è laureato là…
Eheheheh il Veneto è pazzo
in un papiro di padova ho sentito dare della puttana alla madre (ivi presente) del laureato. io sono finito nel piovego (canale d’acqua semistagnante) e il mio coinquilino l’ha attraversato su di una corda mentre gli tiravamo sassi. sono di vr
Venezia: In mutande, gennaio. Palle di neve ghiacciate per mezz’ora. E’ notte. il papiro, lungo come la barba di matusalemme, letto in piedi scivolando continuamente sul pavimento ghiacciato. Quando iniziano i uova e pomodori marci il laureato si ritira nei suoi appartamenti in lacrime, probabilmente vomitando il rum/gin/vodka/whiskey propinatogli poco prima. Le zie ridacchiano dalla cucina.