IL SUBCONSCIO DI UN VERO PROCRASTINATORE

letteratura

Così tante cose da fare e così poco tempo, diceva il Joker di Jack Nicholson.

Succede, quando per trovare il tuo posto nel mondo del lavoro accetti di sacrificare – o meglio investire – tempo, magari tralasciando quelle cose che ti fanno sentire bene…

…stavo parlando dello scrivere, ovviamente. Che vi credete.

Poi un giorno ho incontrato un ragazzo che con poche parole è riuscito a ricordarmi di quel fuoco che sempre arde.

Ve la faccio breve, senza entrare nei dettagli. Mi disse: «Se davvero vuoi fare una cosa, il tempo lo trovi»

Che cieco che ero stato. La risposta era li, proprio sotto i miei occhi. Dopotutto, non siamo fatti per le cose semplici.

Così l’altra sera mi sono detto: “Sveglia presto e domani si scrive!”. Già solo pensarlo, mi sembrava di averlo fatto, da bravo inguaribile entusiasta.

Non contento, posiziono strategicamente la sveglia lontano dal letto: per spegnerla dovrò per forza alzarmi e una volta fuori dal letto, è fatta.

Troppo facile. L’imprevisto è l’ingrediente fondamentale di ogni storia e questa non fa eccezione.

La mattina, il freddo e la sua aria frizzantina arrivano troppo presto, mentre gli 883 mi augurano il buongiorno con l’intramontabile Tieni il tempo. I sensi sono ancora intorpiditi; avido di suoni, l’udito sguscia fuori dal letargo alla ricerca della rassicurante ripetizione di rumori che scandiscono il ritmo e i riti della routine. Sento che qualcuno si sta facendo la doccia, sicuramente è papà: accidenti, mi sono svegliato davvero presto. Fa davvero freddo, non ho intenzione di alimentare ulteriormente il raffreddore da cavallo, non ora che mi sta passando. Cerco ancora una volta il calduccio confortevole delle coperte, cinque minuti in più che vuoi che siano. Davvero.

Due secondi dopo, la porta della camera si apre. È mio padre, già vestito con l’abito per andare in ufficio. «Cosa ci fai già sveglio? Torna a dormire, tanto il bagno lo sto usando io». «Ma io vorrei scrivere…», tento di protestare. Lui sorride, così dolcemente irremovibile. «Dormi, scriverai stasera». Detto questo, esce. A quanto pare non ho argomentazioni plausibili per controbattere: cosa vuoi che succeda se chiudi gli occhi per cinque minuti?

Riapro gli occhi e guardo l’orologio. È tardissimo. Avevo sognato tutto. Mio padre in completo da lavoro, l’esortazione a dormire… ho dormito all’interno di un sogno. Subconscio procrastinatore.

Trafelato, corro in ufficio. La giornata deve incominciare.

La morale di questa storia? A ben pensarci, non c’è.

menestrellino

Ps. Anche se quest’avventura mi ha rivelato che sarei potuto benissimo essere il paziente zero del dottor Freud: non ho un disturbo della personalità, ho un condominio.

freud

Mi avete sentito? Spicciatevi ad inventare la macchina del tempo.

 

Informazioni su Shiri Clod

Romantico cacciatore di chimere perso nella fantasia. Nato con ogni probabilità nell'epoca sbagliata. Un «clown irlandese», proprio come voleva Joyce
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Una risposta a IL SUBCONSCIO DI UN VERO PROCRASTINATORE

  1. Jo ha detto:

    quanto ti amo…

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