LE FIABE SCAZONTI #7 – Alessandro (se) la prende con (la) filosofia

Paride_Pascucci_-_Alessandro_e_Diogene

Si tramanda che il filosofo Diogene vivesse dentro ad una botte; valla a capire la moda dell’istmo di Corinto.

In quei tempi, Alessandro era in procinto di muovere guerra alla Persia e i Greci tutti, si presentavano al suo cospetto rendendogli omaggio. Poi non lamentatevi se, una volta stabilito un record di imbattibilità sul campo di battaglia impressionante quanto ineguagliabile si riempie di merda tanto da pretendere di essere adorato come un dio.

Tutti andavano a rendergli omaggio. Tutti, tranne Diogene.

Non che la notizia del suo arrivo non fosse arrivata anche alla sua botte, anzi. Il fatto è che lui era un filosofo duro e puro, capiamolo. Per di più il sovrano macedone non gli stava nemmeno tanto simpatico dato che aveva fama di essere un cicisbeo particolarmente borioso; senza contare che si stava imponendo in terra di Grecia senza nemmeno uno straccio di elezioni primarie. Togli la democrazia ai filosofi e vedi come ti cagano.

Solo che ad Alessandro queste cose non si fanno e se la montagna non va da Maometto, Maometto va dalla montagna. Fu così che Alessandro andò a cercare il buon Diogene, il quale si stava godendo la siesta crogiolandosi al sole, una filosofia di vita che negli anni 2010 è ancora un evergreen.

Alessandro, che invero ammirava molto quell’uomo sapiente, rimase deliziato dalla sfacciataggine di quell’uomo che, nonostante la grande onore che gli era stato tributato, ancora non lo cagava. Decise dunque di premiare il suo spirito indomabile. «Dimmi ciò che vuoi, o saggio Diogene, ed io te la concederò seduta stante».

Fu allora che Diogene, guardandolo sottecchi, disse con sfrontata umiltà: «Spostati, che mi fai ombra».

Mentre il suo seguito gridava allo scandalo, Alessandro si limitò a sorridere. Disse: «Se non fossi Alessandro, vorrei essere Diogene», tributando ancora una volta la dovuta deferenza a quell’uomo grandissimo.

Poi si ricordò di essere ancora più grande di lui e aggiunse: «…ma purtroppo per te sono Alessandro e c’ho il caratteraccio!». Detto questo, in preda ad una crisi di giramento di gonadi sfoderò la possente spada e fece strazio del vecchio sapiente, riducendolo a brandelli  che neanche il nodo di Gordio.

La favola insegna che nonostante ne uccida più la penna che la spada, prova tu, o pennaiolo ispirato, a rompere gli zebedei ad uno spadaccino suscettibile. E qua dovrebbe partire la sigla di Game of Thrones.

menestrellino

Informazioni su Shiri Clod

Romantico cacciatore di chimere perso nella fantasia. Nato con ogni probabilità nell'epoca sbagliata. Un «clown irlandese», proprio come voleva Joyce
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2 risposte a LE FIABE SCAZONTI #7 – Alessandro (se) la prende con (la) filosofia

  1. Francesco Castioni ha detto:

    Rotfl!

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